Category Archives: Green economy

come sfruttare un estrattore di succo

Come sfruttare un estrattore di succo

Non c’è niente di meglio soprattutto nella stagione estiva che potersi dissetare con una bella spremuta di frutta, o un concentrato di frutta fresca e verdura che conferisca tutte le energie perse col caldo. Per poter ottenere un buon succo di frutta è necessario ricorrere all’estrattore di succo. Vediamo come scegliere l’estrattore di succo che soddisfi le proprie esigenze. Noto anche come estrattore di succo ‘vivo’ e chiamato in inglese ‘slow juicer’, in realtà, l’estrattore di succo è un importante fenomeno culturale della nostra società perché non solo riesce a regalare il genuino piacere di potersi rilassare e dissetare con un bel succo di frutta fresca, ma l’atto di bere frutta fresca rappresenta in sé un’ottima arma per mantenere il proprio corpo sempre sano e forte.

Si sa infatti, che i concentrati o succhi di frutta e verdura fresche non fanno altro che nutrire l’organismo di tutte quelle vitamine e di quei Sali minerali di cui il corpo umano ha costantemente bisogno e che spesso e volentieri non riceve tramite una normale dieta quotidiana, perché si preferisce portare in tavola altro. Invece, l’estrattore di succo permette di poter godere di tutte le benefiche qualità della frutta in modo genuino e puro e aspettando solo che l’estrattore faccia il suo dovere, è possibile abbeverarsi facendo anche prevenzione e curandosi proprio tramite quei principi attivi di cui l’organismo ha sete. Poter preparare come spuntino mattutino o merenda pomeridiana un bel succo di frutta non è da tutti perché non tutti sono abituati a fare break salutari come questi preferendo piuttosto qualche biscotto, un gelato o merendine confezionate.

Anche i professionisti della nutrizione ritengono che un buon ed efficace spuntino sia proprio quello che riesce a dare all’organismo una marcia in più per arrivare al pasto successivo affamati ma con garbo. La frutta, anche se sotto forma di succo, permette di superare diversi disagi legati all’apparato intestinale come i famigerati gonfiori all’intestino, o anche di svegliare un intestino eccessivamente pigro che con l’arrivo della giusta quantità di fibre riuscirà a ritrovare la perduta motilità. Ecco perché avere in casa a portata di mano un estrattore di succo può rivelarsi molto utile e magari lo è altrettanto se si decide di regalarlo a qualcuno, come parenti o amici. L’estrattore infatti a oggi risulta uno degli elettrodomestici più noti e venduti al mondo, anche perché è un ottimo regalo particolarmente gettonato.

Come beneficiare dell’estrattore di succo

Scegliere il modello di estrattore di succo a freddo non è poi così difficile dato che in realtà i tipi di estrattore sono due, entrambi di senso verticale dato che gli estrattori di tipo orizzontale sono diventati desueti a causa delle difficoltà incontrate nel loro utilizzo e soprattutto per l’eccessiva spesa richiesta, inoltre i tipi orizzontali occupano decisamente più spazio e sono più complicati da gestire e da pulire. Ecco perché soprattutto dopo l’avvento della nuova generazione, l’estrattore di succo verticale si è guadagnato un posto in prima fila in cucina dato che è in grado di estrarre da frutta e verdura tutte le sostanze nutraceutiche ivi contenute. Il tipo di estrattore più moderno è a 40 giri che riesce a mantenere intatta o quasi la parte enzimatica della frutta, una parte forse più importante di vitamine e Sali minerali.

sedie ufficio

Sedie ufficio: è davvero così difficile la scelta?

Tutti quelli che aprono un nuovo ufficio in qualsiasi tipo di costruzione sia, hanno il comune problema di doverlo arredare e spesso, per non spendere budget in più, non si affidano a un professionista ma decidono di arredare da soli. Vediamo un po’ se è davvero così difficile scegliere l’arredamento e le sedie ufficio per il proprio locale. Quando si è alla prima esperienza lavorativa si cerca di far colpo sui propri potenziali clienti non solo attraverso la propria esperienze e bravura nell’esercizio della propria professione, ma anche dallo stile dell’arredamento del proprio ufficio. Anche l’occhio vuole la sua parte, si sa, per questo se si è furbi si cerca di arredare l’ufficio sia per compiacere se stessi che per attirare l’occhio della clientela.

Ovviamente una volta decisi i colori e lo stile dell’arredo, non resta altro che acquistare e montare tutto, eppure è possibile che ci si rende conto che le scrivanie e le sedie ufficio non combaciano: com’è possibile? Facendo da sé è normale trovare dei pezzi d’arredo che poco hanno a che fare l’uno con l’altro, ma le sedie ufficio sono un complemento che deve risultare comodo per chi lavora in quell’ufficio prima di tutto e non tutti sanno che le sedie sono o dovrebbero almeno tutelare il benessere psicofisico del corpo per cui è preferibile che al momento della scelta delle sedie ufficio si opti per dei modelli che permettano di svolgere il proprio lavoro seduti comodamente e senza provare alcun tipo di sforzo o fatica, come potrebbe accadere con certe sedute.

A causare i problemi legati all’assunzione di una cattiva postura sono proprio le sedie ufficio e questo provoca un’insoddisfazione durante il lavoro e la stessa voglia di lavorare può venire meno se non si sta seduti comodi. Ciò significa che se non si sistemano alle scrivanie delle sedie ufficio realmente comode sulle quali i dipendenti possono eseguire le proprie mansioni in tutta serenità e comodità, si potrebbe rovinare l’atmosfera creata a lavoro. Chi decide di arredare da solo il proprio ufficio potrebbe incorrere nell’errore di accoppiare sedie e scrivanie in modo non corretto e ciò in pratica si traduce nel non permettere a se stessi e anche ad eventuali dipendenti, di stare comodi a lavoro rischiando di assumere una postura scorretta e di affaticare la schiena anche se si è seduti.

Come scegliere le sedie

Sul posto di lavoro bisogna garantire un ambiente in cui viga il benessere per cui le sedie ufficio non vanno scelte in base alla marca, al colore, allo stile se non risultano effettivamente comode una volta accoppiate alle rispettive scrivanie: arredare l’ufficio con sedie ergonomiche, che riescano a salvaguardare la postura della schiena prevenendone l’insorgere di dolori alla cervicale, è la prima regola da rispettare. Infatti, il corpo umano anche e soprattutto a lavoro non dovrebbe risultare affaticato da un lavoro che si svolge in modo sedentario, e ciò lo permette anche la sedia di cui è dotata la scrivania su cui si lavora perché la sua altezza rispetto a quest’ultima dovrebbe permettere al corpo di non piegarsi in avanti creando una sorta di gobba con la schiena ma di assumere una corretta posizione eretta.

mansioni di una Idropulitrice

Le mansioni di una Idropulitrice

Se si agogna pulire superfici senza per forza affaticarsi troppo ogni volta che ci si dedica alle pulizie, è possibile ricorrere all’aiuto di una idropulitrice che possa risolvere in poco tempo tutti i problemi legati alla pulizia delle superfici di casa propria. Vediamo come agisce una idropulitrice. Chi non vuole affaticarsi nello svolgere le normali pulizie domestiche, oggi può avvalersi di un aiuto alternativo ma ugualmente valido che può risolvere il problema della pulizia in casa in poco tempo, si tratta della idropulitrice. Non tutti sanno cosa sia esattamente una idropulitrice ma non si tratta né più né meno che di un apparecchio professionale con cui è possibile lavare qualsiasi tipo di superficie sporca e di qualsiasi dimensione sia.

Grazie quindi a questa vera e propria macchina pulitrice si è aiutati nel lavaggio di casa, e si possono pulire qualsiasi tipologia di superficie e di qualsiasi grandezza. Facendo uso dell’idropulitrice, infatti, si può togliere molto più facilmente e praticamente e soprattutto senza fare troppa fatica, ogni tipo di sporco, basta solamente regolare la giusta pressione da conferire all’acqua così che solo la pressione riesca a lavare via anche lo sporco più ostile. Proprio perché è pratica e funzionale, l’idropulitrice si può comodamente usare in svariate occasioni, come ad esempio in ambienti industriali e tecnici, dove cioè ci si trova a dover pulire macchinari enormi o contenitori altrettanto grandi che da soli non sarebbe possibile pulire.

Con idropulitrici a scoppio invece, anche in casa propria risulta essere molto utile soprattutto se si ha bisogno di un gran getto d’acqua per lavare il pavimento di un salone, oppure la si può usare anche per lavare la carrozzeria dell’auto o della motocicletta, e si possono lavare anche i singoli pezzi di ricambio dei propri veicoli, così come è utile per sgrassare a fondo e meglio tutti quegli apparecchi che sopportano di essere lavati con acqua e sapone. In casa invece, oltre che rilevare l’utilità della idropulitrice per il lavaggio di pavimenti che hanno necessità di essere puliti a fondo, è possibile utilizzarle il forte getto d’acqua di questo macchinario anche per togliere via muschio o muffe dai tetti o dalle pareti esterne della propria casa. L’idropulitrice però si può tranquillamente usare anche per lavare via lo sporco ostinato dalle pareti interne di casa, basta semplicemente prestare attenzione a quanta acqua va usata per non rischiare una sorta di inondazione di casa.

Le funzioni dell’idropulitrice

Infatti, sia che la si voglia usare per pulire le pareti esterne sia che si preferisca lavare le pareti interne, chi intende usare l’idropulitrice deve stare attento a non andare incontro a un allagamento in casa per cui bisogna imparare a calibrare bene il forte getto d’acqua che viene provocato dall’idropulitrice. In ambito più specificamente industriale, l’idropulitrice è l’apparecchio ideale per lavare superfici ampie e che normalmente risultano molto complicate da pulire.

Per esempio, sempre prestando attenzione al getto d’acqua da usare, l’idropulitrice è ottima per pulire officine meccaniche asfalto, cemento e anche piazzali massellati, mentre quando cala il freddo è possibile ricorrere al macchinario per riuscire a sturare del tutto le tubature e i condotti di fognature e simili se il freddo le congela, dato che grazie all’acqua calda i tubi possono essere liberati anche aiutandosi con gli appositi sturatubi.

raccolta differenziata

Quando la raccolta dei rifiuti va differenziata: ecco i risultati dell’Italia

Comuni ricicloni vengono definite quelle città che riescono a ottenere durante un anno una percentuale notevole di raccolta differenziata e per fortuna in Italia godiamo di alcuni di questi esempi da nord a sud ma ci sono tanti comuni ancora che vanno educati alla raccolta differenziata. Più di tutti però c’è ancora una grossa percentuale di popolazione che la raccolta differenziata non sa cosa sia e che continua a raccogliere i rifiuti in modo indifferenziato. Vediamo cosa dicono quest’anno le cifre della raccolta differenziata nel nostro paese.

Quanto differenziamo?

Non tutti sanno come funziona la raccolta differenziata e quindi sono ancora molte le persone che non sanno applicarla, sebbene non sia poi così complicata e difficile come vuol apparire. Nonostante questa percentuale della popolazione italiana cui poco importa di fare la raccolta differenziata dei rifiuti perché nemmeno ne comprende ancora il senso, c’è chi invece la fa eccome diventando l’orgoglio della nazione: dai dati dell’Ispra disponibili finalmente anche on line sul sito del Catasto dei Rifiuti si può facilmente evincere come la raccolta differenziata venga eseguita e da quali comuni italiani provengano le cifre più alte. Queste cifre possono anche stimolare i cittadini ad applicarsi meglio nell’effettuare la raccolta e anche chiarire quali siano attualmente le metriche che interessano la raccolta dei rifiuti.

A rendere disponibili questi dati sono state le sezioni del Catasto di ogni regione italiana, ovvero i soggetti pubblici che possiedono effettivamente le informazioni e il modello Unico di dichiarazione ambientale. Per ore i dati da poter consultare riguardano gli anni dal 2010 al 2013, e a favorire ancora di più a rendere la situazione esaustiva e più completa è anche la divisione delle informazioni a seconda degli ambiti ovvero comune, provincia regione e nazionale, nonché la frazione merceologica. Questa suddivisione serve principalmente a rendere più facile la lettura dei dati e soprattutto la comparazione che è possibile effettuare per anni e per zone geografiche, che forse è l’ambito che interessa maggiormente per capire dove la differenziata regna indiscussa e dove invece il verbo differenziare non ha ancora attecchito.

L’Italia sa davvero differenziare?

I dati resi noti dal Catasto sono ben chiari sull’andamento della differenziata per zone e per annate, diciamo che i due fattori differiscono anche gli uni dagli altri perché se nel 2010 la parola stessa di differenziata non riuscivano a capirla 10 persone su 10, nel 2013 la situazione è un po’ migliorata con comuni che, da nord a sud, sono diventati sinonimo di raccolta differenziata tanto da meritare il nomignolo di ricicloni per quanto i cittadini sono riusciti bene nell’impresa del differenziare plastica da umido e vetro da polistirolo. Ma andiamo con ordine vedendo cosa l’anno 2013 ci dice di questo riciclo: secondo i dati raccolti il 2013 vede la differenziata toccare quota 42,3%, decisamente migliore questo risultato rispetto anche solo al 2012 in cui la quota si era fermata a cifre inferiori addirittura al 40%.

Se invece si prende in considerazione il periodo 2010-2013, e quindi si leggono le cifre nel lungo periodo, si può subito evincere come il dato a favore sia maggiore dato che in tre anni si è registrato un aumento del 7%. Al di là di questi numeri piuttosto generici, bisogna vedere nell’entroterra come si comportano i comuni e vedere nello specifico dove la differenziata vince e di fatto esiste ancora una bella differenza tra le diverse realtà nazionali anche sulle macro aree: se al nord la percentuale infatti sale al 54%, al centro si assesta su un timido 36%, mentre al sud addirittura siamo a livelli ancora più bassi e fermi al 28.8%. In pratica se al nord la fatica di differenziare la fanno quasi tuti e si evince dalla stessa percentuale, al centro-sud si è ancora un po’ lontanucci dal raggiungere tale quota e ancora a poco valgono gli sforzi notevoli dei comuni ricicloni del sud. La strada da percorrere è, purtroppo, ancora lunga.

L’accordo Usa-Cina sul clima: cosa risolve e come

Lo scorso anno si è chiuso con un accordo definito dai media storico tra Usa e Cina ovvero quello sulla riduzione dell’emissione dei gas serra cui la super potenza cinese ha deciso di aderire. Cosa significa e cosa implica sul benessere del pianeta questo accordo?

L’accordo Usa-Cina per il clima: perché?

Quando due grandi potenze economiche firmano un accordo come quello sul clima stipulato finalmente e prima del previsto da Cina e Stati Uniti, la notizia fa il giro del mondo inevitabilmente. Ma cosa significa e cosa ci si aspetta da tale accordo? Americani e cinesi fanno blocco comune sulle questioni ambientali e in particolare per quanto riguarda i cambiamenti climatici e le emissioni di gas serra per cui sono previsti nuovi limiti che la Cina ha con tale accordo accettato e ciò significa che si impegna a una riduzione del 20% entro il 2030 mentre gli Usa si sono impegnati a ridurre le emissioni del 28% entro dieci anni, ovvero per il 2025.

In quanto nuova potenza industriale, la Cina è impegnata da anni nella salvaguardia della salute della sua popolazione che passa attraverso l’inquinamento ambientale e si è decisa a prendere finalmente una chiara posizione al riguardo proprio con questo accordo. Nel paese del Sol Levante infatti, si sono calcolati in 670mila i decessi causati dalle centrali a carbone per questo Pechino ha iniziato a investire cifre ingenti nel campo delle energie pulite compreso il nucleare e sebbene sia prevista la realizzazione di nuove centrali a carbone necessarie a soddisfare la sempre crescente richiesta di energia del Paese, il premier cinese si è impegnato a diminuire la crescita delle emissioni di gas serra entro il 2030. Ciò significa che il paese dovrà sviluppare almeno 1000 Gigawatt di energia pulita da fonti non fossili. Si tratta di una quota che il governo di Pechino intende raggiungere ance con lo sviluppo e la diffusione dell’energia nucleare, certo è che almeno il colosso orientale ha deciso di darci un taglio o meglio di fare uno sforzo in più verso la giusta direzione. Infatti, con questo accordo la Cina andrebbe a ridurre le emissioni del 4% ogni anno, e al contempo a incrementare la percentuale di energie rinnovabili: proprio in Cina l’uso dell’energia solare si sta diffondendo a una velocità incredibile così come l’energia nucleare è in crescita, quindi si può dire che Pechino è pronta all’impegno preso.

E quali sono gli impegni presi da Obama?

Da parte sua il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sa che da un paese più ricco e soprattutto con richieste energetiche più stabili, non ci si può aspettare di meno per cui ha posto un nuovo obiettivo nella riduzione delle emissioni fissandolo al 28% entro il 2025 e se si pensa che il taglio precedente era stato fissato al 17% entro il 2020, l’obiettivo anche per gli Usa è decisamente positivo.

In tal caso, bisogna penare se questo obiettivo piuttosto ambizioso fissato dagli Stati Uniti, sia effettivamente raggiungibile dato che chiede uno sforzo praticamente doppio rispetto al passato per la diminuzione delle emissioni. Secondo le analisi effettuate, si tratterebbe di uno sforzo decisamente possibile sia in termini tecnici che economici, più che altro si teme per le conseguenze politiche dell’accordo stipulato dato che negli Stati Uniti a frenare quest’azione pro clima sono i repubblicani del Congresso cui Obama ha lanciato praticamente una sfida notevole.